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SPECIALIZZAZIONI: la gestione passi dal MIUR al Ministero della Salute. Lombardia, gestione dei corsi alle Regioni, specialità sul territorio

 specializzazioni mediche thumb other250 250La formazione passi dall'Università al Ministero della Salute, questa l'ipotesi lanciata di Chirurghi dell'ACOI, dopo la farsa dei quiz per l'ammissione alle scuole di specializzazione e l'altalena tra annullamenti e ripetizioni che ha sconvolto non poco la vita dei 12.000 partecipanti, già provati da una burocrazia telematica asfissiante per l'iscrizione ai test, culminata con l'assegnazione in ritardo di orari e sedi a poche ore dal concorso.

Un ipotesi quella che il percorso formativo passi sotto la tutela della salute che piace anche ad ambienti ordinistici e che trova riscontro in molte opinioni in rete dei medici stessi.  

Alla base di tutto ripensare  il settore della formazione medica, dal sistema di accesso al corso di laurea fino a quello delle specializzazioni", per anni in mano alle grosse baronie universitarie, che hanno fatto il bello e cattivo tempo. L'Acoi propone l'istituzione degli ospedali di formazione in base ai volumi di attività dei singoli ospedali. Volumi che, in base ai dati Agenas, sono nettamente superiori nei reparti ospedalieri rispetto alle università. Come si forma un medico senza il rispetto degli standard europei di volumi di attività? E' questo il vero problema, al di là dei test". Ovvero un passaggio dalle corsie universitarie a quelle ospedaliere dall'università al territorio.

A questo fa riscontro anche la proposta della Regione Lombardia che si dice pronta a organizzare le selezioni in modo autonomo, anche tenendo conto del reale fabbisogno locale e valutando altresì la previsione di specifici contributi economici aggiuntivi lanciando un ipotesi di un passaggio delle competenze delle scuole alle Regioni.